Tuesday, March 13, 2018

Contributi al lab IV due opere a Rotterdam

Mdrv Mercato
Oma Municipal Building

se volete esplorare le vostre presentazioni in real 3d  da qui

















Saturday, February 17, 2018

Seminario del 15 febbraio: le idee del mio lavoro

Seminario per la presa di servzio a professore ordinario,di Antonino Saggio. Introduzione del direttore del Dipartimento prof. Orazio Carpenzano. Saggio ripercorre 18 idee fondamentali del proprio operare, ciascuna accompagnata da una immagine significativa.
  Audio 37m 

Seminario Antonino Saggio
15 Febbraio 2018

1. Orgogliosa modestia
2. Architettura terapeutica
3. Comunanza
4. Progetto come prodotto ricerca
5. A progettare si insegna
6. Case basse ad alta densità
7. Co residenza / cohousing criteri caratteristiche scopi articolazioni
8. Sceneggiatura delle Scelte concrete
9. Team work nel dipartimento
10. Progettare nelle crisi, impegnarsi nelle soluzioni
11. Diffusione dei risultati via web e beyond
12. Costruire orientamenti
13.  Scrivere denso, scrivere chiaro
14. La rivoluzione informatica: un cambio di paradigma
15. Nel merito del progetto
16. Riscrivere dall’oggi per oggi e forse un poco domani
17. Aiutare a scrivere per dare contributi e servizi
18. E poi lavorare alla costruzione di una capacità di orientamento e vivere la Scuola.

Un grazie riconoscente a Donatella Orazi che ha condiviso con me tanti progetti che semplicemente senza di lei non sarebbero mai nati.

1. Orgogliosa modestia

2. Architettura terapeutica



3. Comunanza

4. Progetto come prodotto ricerca



5. A progettare si insegna


6. Case basse ad alta densità

7. Co residenza / cohousing criteri caratteristiche scopi articolazioni



8. Sceneggiatura delle Scelte concrete


9. Team work nel dipartimento


10. Progettare nelle crisi, impegnarsi nelle soluzioni


11. Diffusione dei risultati via web e beyond


12. Costruire orientamenti


13.  Scrivere denso, scrivere chiaro


14. La rivoluzione informatica: un cambio di paradigma


15. Nel merito del progetto


16. Riscrivere dall’oggi per oggi e forse un poco domani


17. Aiutare a scrivere per dare contributi e servizi

17 e 1/2 1... E poi lavorare alla costruzione di una capacità di orientamento e vivere la Scuola.

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Thursday, February 08, 2018

Senza Parole. Serie per esplorare in 3d

La serie “Senza parole” appunto questo vuole fare. Lasciare a chi guarda, la formulazione più pura possibile del proprio giudizio con una immersione in 3d.




Friday, January 19, 2018

Un tappeto nella fornace di Canova: opera di Franz Prati a Roma

sino al 20 febbraio Via Antonio Canova, 22, 00186 Roma 
"Un tappeto è uno dei primi segni di antropizzazione della terra. Un nomade tira giù il drappo dalla sella e lo stende sul suolo: quel tappeto è la sua casa, è la sua terra. Ma il tappeto è anche una mappa di riferimento, è una guida per orientarsi. Il tappeto rispecchia le geometrie della volta celeste, invisibili solo per chi non conosce stelle, costellazioni o comete: le trame delle tessiture diventano le rotte che trasformano l’indeterminatezza del deserto in vie da seguire. Ecco il segreto del tappeto: una casa ancestrale di un uomo che allo stesso tempo è solo e parte dell’universo ..." continua a leggere Antonino Saggio su “Abitare” goo.gl/XA8h4Z
Catalogo a cura di Carlo Prati direzione artistica dello spazio Canova22 di Fiorenza D’Alessando.

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Saturday, December 23, 2017

Crisi e rigenerazioni creative

L'altro giorno ad Isernia ho fatto un discorso sulle rigenerazone creative, naturalmente tutto visto a modo mio: partendo dalla crisi cioè. Ho cominciato narrando di un progetto di mega crisi.. quello di Michele Spanosul batterio che uccide gli ulivi in Puglia ed ho parlato dei lavori di Gaetano De Francesco e di Saverio Massaro e all'inizio ho dato seguito al ragionamento sul potere che aveva fatto al simposio del dottorato Giovanna de Sanctis. Ecco l'audio è di circa un'ora


Sunday, December 17, 2017

Sulla Street Art e l'architettura

Una riflessione sin troppo misurata sulla presenza della street art nelle opere di architettura.
Ascolta l'intervento di Saggio Sulla Street Art 7m


(il contesto è un convegno sulla rigenerazione creativa a Isernia

Thursday, December 07, 2017

Iº Simposio del Dottorato di Architettura - Teorie e Progetto


Nei giorni 11, 12 e 13 dicembre 2017, presso la sede della nostra Facoltà di Architettura a Piazza Fontanella Borghese 9, Sede del Dipartimento di Architettura e Progetto, Roma abbiamo organizzato il Iº Simposio del Dottorato di Architettura - Teorie e Progetto.
L’idea è inaugurare il nuovo anno Accademico con una manifestazione «multitasking» che con una mossa cerchi di attivare più processi. Il simposio infatti intende:
far conoscere ai dottorandi del 33 ciclo appena iniziato il dottorato nel suo complesso e mettere a contatto dottorandi nuovi con i dottorandi del secondo o terzo anno;

illustrare un prodotto rappresentativo elaborato nel Dottorato e in particolare:
  • - una dissertazione dottorale recente che abbia ottenuto il massimo della valutazione dalla commissione nazionale
  • - un workshop significativo dell’ultimo anno
  • - un libro prodotto negli ultimi mesi nel dottorato commentato anche da interlocutori esterni

estendere lo sguardo del Dottorato con tre key note lecture di taglio diverso
  • - sugli esiti costruiti che hanno ottenuto grande visibilità di Michele Molè di studio Nemesi
  • - sulla ricerca e la sperimentazione di Francesco Lipari di OFL Architecture
  • - sulla innovatività della ricerca e dell'insegnamento di Antonino Di Raimo dell’Università di Portsmouth

4º creare un momento di dibattito a conclusione di ciascuna giornata che tratti di alcuni dei temi presentati e li rilanci con il supporto dei docenti, dei dottorandi e degli altri intervenuti con tavole rotonde su
  • - ricerca e didattica
  • - professionalità della ricerca 
  • - ricerca e futuro nel mondo del lavoro

Dottorato di Architettura - Teorie e Progetto
«Sapienza» Università di Roma Facoltà di Architettura - Dipartimento di Architettura e Progetto
Piazza Fontanella Borghese 9 - Roma
11, 12, 13 Dicembre 2017 ore 9:15/18:30

Ascolta il primo intervento 

Vai alla pagina con l'audio integrale



Friday, December 01, 2017

Cosa salviamo del Novecento? Intervento di Saggio al Simposio sul tema indetto dall'Istituto Quasar, Roma 30 novembre 2017.

Ascolta 12 m

Sunday, October 08, 2017

Linee di ricerca.Temi e ricerche del Dottorato in Architettura - Teorie e Progetto 1986-2017

"Linee di ricerca: Temi e ricerche del Dottorato in Architettura - Teorie e Progetto 1986-2017" a cura di Fiamma Ficcadenti, Selenia Marinelli





Si tratta della pubblicazione del lavoro dell'ultimo seminario tenuto nel corso di Dottorato di cui sono docente dal 2003, Coordinatore dal 2011 presso "Sapienza" Facoltà di Architettura, Dipartimento di Architettura e Progetto e che io stesso ho frequentato dal 1986 al 1989.

Dopo trent'anni di vita di questo dottorato e più di duecento dissertazioni prodotte era il caso di fare il punto su questo lavoro e allo stesso essere sicuri che fosse disponibile uno strumento che rendesse partecipe la comunità universitaria i temi affrontati nel dottorato di Composizione (come si chiamava una volta) a "Sapienza".

Ho organizzato il lavoro in una prima fase invitando i dottorandi ad esaminare tutte le dissertazioni prodotte e conservate nella nostra Biblioteca di Via Flamina, che ringrazio molto per la disponibilità. I dottorandi nell'analizzare le dissertazioni dovevano raggrupparle per macro argomenti che consentissero una più agevole ricerca  basata sui contenuti e gli argomenti piuttosto che su una impostazione per ciclo di appartenenza. Questo grande lavoro di tematizzazione è ora in una trentina di pagina alla fine del volume. Questa parte costituisce il motore del libro. Lo stesso elenco con il link alla versione informatica di quelle prodotte dal 2011 lo troverete nel libro come il titolo, il nome di tutti i dottorandi i cicli l'argomento, il nome del tutor.

Sulla base di questo lavoro ho chiesto  successivamente ad ogni dottorando di scegliere due tesi che "sentissero  vicine" per tematiche ed affinità con la propria ricerca anche se ancora in nuce. La scelta doveva essere compiuta indipendentemente se la tesi fosse scritta da  25 o più anni e l'autore fosse oggi un professore o redatta da poco tempo da un coetaneo.

Di ciascuna dissertazione si doveva redigere una rilettura critica che fornisse da una parte un compendio dei contenuti originali, dall'altro una apertura a nuovi temi ("Linee di ricerca" da cui il titolo del seminario e poi del libro ). Inoltre in molti casi il nuovo dottorando intervista l'autore della dissertazione  per instaurare un rapporto, riflettere insieme, elaborare nuovi aspetti di indagine. Sonp pagine molto interessanti nel volume.

Oltre alla mia prefazione e all'introduzione  delle curatrici gli scritti sono a firma di  Francesca Bozza, Francesco Camilli, Giulia Cervini, Matteo D’Emilio, Andrea De Sanctis, Martina Fiorentini, Roberta Gironi, Kernar Gjokeja, Ardit Lila, Deborah Navarra,  Valerio Perna, Maria Pia Ponti, Gabriele Stancato Cheng Son,  Lea Stazi  ed esaminano in dettaglio le dissertazioni di:

Irene De Simone, Progettare l’accessibilità urbana, modelli e strategie per la trasformazione della città contemporanea, Roma, 2015

Daniela Salvi, Carattere relazionale dell’architettura nell’esperienza percettiva e creativa, Roma, 2006

Luca Incerti, Dutch Defrag Design – strategie di deframmentazione metropolitana nella network city olandese, Roma, 2013

Michela Ëkstrom, Crisi della strada come spazio pubblico e prospettive di rilancio per la città contemporanea, Roma, 2015

Luigi Franciosini, Tipo e Carattere. Tipicità ed individualità nell’architettura, Roma, 1992

Riccardo D’Aquino, La lunga durata, Roma, 1995

 Laura Calderoni, L’altra città. Lo spazio pubblico contemporaneo: pratiche di rigenerazione, Roma, 2016

Maria Clara Ghia, Prescrivere_Liberare. L’ethos del progetto architettonico, Roma, 2008

Valeria Sansoni, Trasparenza del nuovo e alterità concorde. Individuazione di principi teo- rico-metodologici nel progetto sull’esistente a partire dall’analisi di due autori italiani a confronto, Roma, 2013

Alessia Maggio, Architettura aperta alla trasformazione. Il progetto disponibile alle modifi- cazioni, Roma, 2010

Paola Gregory, La dimensione paesaggistica dell’architettura nel progetto contemporaneo, Laterza, Roma, 1998

Valeria Sassanelli, Forme del suolo e calligrafie architettoniche, Roma, 2007

Daniela Maurizi, Uso riuso abuso. Casi di disobbedienza estetica. Ecologia del progetto e libertà, Roma, 2003

Rosetta Angelini, La necessità di un approccio sistemico per il progetto urbano e di architettura. Contesto teorico, esempi virtuosi e strumenti cognitivi, Roma, 2016

Leila Bochicchio, Meg(a)polis / Lagos, Roma, 2015

Filippo De Dominicis, Intorno al Sahara. Topografie resistenti tra architettura, deserto e città, Roma, 2011

Antonino Saggio, Progettare la residenza, Roma 1990 Ristampata da Lulu.com, Raleigh 2013

Baires Raffaelli, Semantica e tipologia della forma nell’architettura contemporanea, nuova edizione a stampa The fast guide to Architectural Form, BisPublishers, Amsterdam 2016

Alessandra Capuano, Iconologia della facciata nell’Architettura Italiana, La ricerca teo- rico-compositiva dal trattato di Vitruvio alla manualistica razionale, Gangemi, Roma, 1995

Orazio Carpenzano, Idea immagine architettura, Tecniche di invenzione architettonica e composizione, Gangemi, Roma, 1993

Antonino Di Raimo, Il corpo come strumento del progetto architettonico contemporaneo - Verso un’architettura come sistema vivente, Roma, 2010

Valentina Garramone, Studio dell’Empatia in Architettura, Roma, 2013

Maria Veltcheva, La Nozione di Spazio Pubblico nei nuovi spazi collettivi in Europa, Francia, Italia, Germania, Roma, 2005

Alessia Guerrieri, L’infra-struttura del vuoto. Interpretazioni, usi e figurazioni degli spazi vuoti della città contemporanee, Roma, 2015

Francesco Garofalo, L’abaco semplificato delle regole e il confronto con la realtà dell’architettura. Gli scritti e i progetti teorici di Adalberto Libera, Roma, 1989

Paolo Rodorigo, I media di nuova generazione nel formarsi del progetto architettonico. Cittadinanze attivate dai media digitali, Roma, 2010

Sergio Innamorati, Oltre la visione. Sensi e percorso nel progetto di architettura, Roma, 2000

Domenico Ferrara, Tom Kundig e l’architettura dei gizmos. In_tensioni progettuali tra civiltà e natura, Roma, 2016

Marta Gallo, Shanghai One city Nine Towns - La Città di Fondazione nelle Trasformazioni Metropolitane della Cina Contemporanea, Roma, 2014

Adelaide Di Michele, Case Isolate. Spazi privati interattivi per cyborg metropolitani, Roma, 2000

Francesco De Luca, Modelli architettonici - dagli strumenti della progettazione alla progettazione degli strumenti. Il modello come strumento progettuale in ambito digitale informatico, Roma, 2003

 Roberta Maria Causarano, Sviluppi del pensiero sistemico nell’architettura contemporanea. Il principio di organizzazione/autoorganizzazione nel processo progettuale, Roma, 2013

Marina Macera, Il progetto del margine della città contemporanea – figure, declinazioni, scenari, Roma, 2013

Federica Tegolini, Progetto del suolo. La trasparenza delle linee di terra nella città contemporanea, Roma, 2000 
Down load in cartaceo e digitale in free download per alcuni giorni

Luigi Guarda e ragazzi del '99

Non l'ho letto tutto l'inserto di "La Repubblica" del 6 Ottobre dedicato entusiasticamente all'azione di Rommel - allora tenente tedesco - che con tecniche di movimento e di guerriglia fu l'artefice della nostra terribile sconfitta di Caporetto nel 1917. Ho capito, ricorre l'anniversario e "La Repubblica" decide di vederla "dalla parte del nemico"! E le voilà, pure questa ci voleva. Visto che a nessuno sfugge che fare storia è anche fare politica, io avrei voluto invece leggere un inserto su Giuseppe Garibaldi e i cacciatori delle Alpi! (Manco lontanamente ricordato nell'inserto anche se a me forse per la rabbia mi è subito venuto in mente). Garibaldi nel 1859 crea un corpo di volontari e guerreggia con soli 3500 uomini mettendo in scacco e battendo ripetutamente gli austriaci. Como è l'epicentro. Farà lo stesso in Trentino nel 1866 (ricordate il famoso "Obbedisco"?) A me personalmente avrebbe dato un poco più di voglia di vivere pensare a quei volontari e a quella intelligenza anche militare che a quella di Rommel. Per non parlare della incredibile capacità che anche nella catastrofica disfatta gli italiani sono riusciti a mettere in campo attestandosi sul Fiume ! e l'anno successivo contrattaccando e distruggendo loro gli austroungarici. Fu possibile perché si chiamarono alle armi i ragazzi minorenni nati nel 1899. Tra questi vi era mio nonno: Luigi Guarda (1899-1970) e io sono qui da solo a celebrarne la memoria.


Saturday, October 07, 2017

Plagio di Luigi Prestinenza Puglisi

Luigi Prestinenza Puglisi pubblica nel  2017 un libro che si intitola "Hyperarchitettura Spazi dell'età dell 'elettronica" con l’editore on demand Lulu che ha lo stesso titolo di un libro apparso nella sezione “La Rivoluzione Informatica” a cura di Antonino Saggio nel 1998 (1). Questo nuovo libro contiene un plagio che dopo un pubblico post di denuncia (2) è stato rimosso con un post di motteggio  dal titolo “Plagio!!, Plagio!! Plagio!!” (3), con scuse risibili e nuove menzogne. 

Il libro di Prestinenza continua ancora oggi ad essere inaccettabile, lesivo e scorretto perché conserva il titolo originale per pure ragioni commerciali e mercantili (4) in un prodotto completamente diverso.   Questo aspetto, oltre al plagio, rivela in pieno il livello culturale, scientifico e umano del suo autore.


Note


  1. Editore Testo&immagine, Torino 1998  collana Universale di Architettura diretta da Bruno Zevi, sezione La Rivoluzione Informatica a cura  di Antonino Saggio 
  2. AS post del 3 ottobre 2017 con dettagliata denunzia e dimostrazione del plagio
  3. LPP post del 5 ottobre. La principale menzogna è quella di dichiarare di essersi accorto lui stesso del plagio, mentre si trattava di una precipitosa difesa al pubblico post di accusa. A questo post AS risponde con un post 5 ottobre 2017
  4. Prestinenza senza alcuna richiesta a Saggio e senza indicarlo con evidenza ai nuovi lettori ha tolto dalla copertina e (e dall’interno) la dicitura la ”La Rivoluzione Informatica”  e “Sezione a cura di Antonino Saggio”,   ha sostituito la Postfazione di Saggio di sei pagine che ne era parte integrante e che dava ul titolo al volume con una propria  e ha scritto una nuova Introduzione che sminuisce il ruolo  culturale ed editoriale di Saggio. 

Copertina  del volume del 1998

Saturday, September 23, 2017

Paolo Meluzzi e il dibattito low rise – high density.

Inaugurata la mostra  "Paolo Meluzzi e il dibattito low rise – high density (1960-2000)" venerdì 22 settembre 2017 alle ore 18.30, Galleria Embrice Roma - Via delle Sette Chiese, 78 Tel. 06. 64521396. Importante l'iniziativa di Carlo Severati e riuscito il catalogo a cura di Stefania Bedoni. Ecco il mio testo:

 Paolo Meluzzi. Fratello maggiore: allegro, competente, disponibile.

Con gioia aderisco all’invito di Carlo Severati a scrivere su Paolo Meluzzi cui ero legato da profonda amicizia e rispetto.
Sono grato a Carlo e alla Galleria Embrice di questa iniziativa: santa e benedetta. Luigi, con cui ho condiviso tanto “Paolo” so che ha scritto sui nostri anni universitari e non vorrei ripetermi. Paolo è stato molto importante per noi, attenuava alcune rigidità di Carlo Melograni. Ricordo che in quel 1979 il prof. Melograni non aveva ancora sdoganato Ralph Erskine per esempio. Noi provavano nella nostra tesi di laurea a fare un piccolo Byker wall - un muro ondeggiante in pianta e alzato - per contenere il tessuto basso e compatto con cui proponevamo un cuci e scuci per operare nel tessuto esistente delle Casette Pater, la borgata storica di Acilia. Il nostro Byker wall fu clamorosamente bocciato, come una casa bassa con un patio tagliato in diagonale, ma questa casa mi ostinai a disegnare lo stesso e presentare “comunque" nella tesi. Se Carlo Melograni era evidentemente il relatore della nostra tesi, Paolo, come correlatore, attenuava, reindirizzava, riapriva le questioni. Ricordo sempre quando ci disse qualcosa come “Luigi e Nino il progetto deve essere allegro!”. E Paolo era una persona sostanzialmente allegra senza mai essere né ridanciano, né battutista: ma si divertiva con noi, che eravamo evidentemente dei personaggetti bizzarri, che entravamo a volte in assurde paranoie giovanili, che avevamo ragazze belle e affascinanti, in primis Donatella, ma non solo. Fu con Stefania Bedoni sua moglie e assistente di me e Luigi all’inizio della nostra attività e di cui entrambi eravamo studenti, il nostro “testimone” virtuale quando con Donatella ci sposammo il giorno prima di partire per l’America. E tante e tante volte stavamo a studio con lui, prima a Piazzale Belle Arti, poi a Via di Ripetta e molte volte anche nella spettacolare casa, lì sulla rupe del Borghetto Flaminio disegnata da Enrico Mandolesi ma da lui e da Stefania resa semplicemente meravigliosa. Dello studio poi avevamo le chiavi, un privilegio non da poco se ci si pensa, e io lo usavo parecchio. Vi era dunque un profondo rapporto personale. Finita la tesi Paolo invitò Luigi e me a collaborare a ben tre progetti di case in cooperativa. Ci lavorammo dal gennaio del 1980 al luglio (e ci pagò pure di sua sponte). Si trattava di tre interventi per lo Iacal (Istituto autonomo cooperative laziali diretto da un suo caro amico) che dovevano essere realizzati all’interno delle normative del nuovo Piano decennale, si chiamava cosi?, che creava standard vincolanti. Le camere doppie dovevano essere di 14 mq, le singole di 9 ci doveva essere una superficie massima per numero di abitanti previsti eccetera. Se non si aderiva a questi standard, non vi poteva avere nessun finanziamento pubblico. Noi freschi di laurea sul tema residenziale - e piccoli specialisti in erba - ci buttammo a pesce nell’esperienza concreta. Se devo dire con franchezza, non credo veramente che il mio contributo sia stato un granché. Ho appreso 98 e forse, dico forse, contribuito 2.


Ciò non dimeno Paolo ci citò come collaboratori nella pubblicazione dei progetti. Tanto per dire chi era Paolo: una persona generosa dentro. I progetti dunque erano sostanzialmente tutta farina del suo sacco, li potete andare a vedere i progetti se volete. Quello a Tolfa, paese che conoscevo bene perché la mia fidanzata degli anni giovanili aveva una casa nella parte antica del paese, si sviluppava su una strada interna che aveva residenze ai due lati. La sezione del progetto era molto articolata con parcheggi da una parte e una sorta di percorso pensile che serviva le case più a monte. Lo chiamavano così, “Percorso Pensile”, perché era il titolo di un numero monografico a cura di Carlo Melograni e dell’intera squadra della sua cattedra (“Edilizia Popolare” n. 140), oltre a Paolo, Marta Calzolaretti, Andrea Vidotto, Piero Ostilio Rossi e Ranieri Valli che stavano formando in quegli anni lo studio P+R associati. Tornando ai 34 alloggi a Tolfa ricordo quando Paolo disegnò due case di testata molto belle e armoniose. Vedere Paolo lavorare era bello per noi: introiettavamo naturalmente dei metodi, dei pensieri, degli strumenti. Dico spesso nel lavoro che faccio ogni giorno che non esiste niente come la bottega, certe cose non si insegnano né si imparano… si inalano, come mi disse Zevi una volta.

Dopo queste case, Paolo disegnò, sempre con me e Luigi come piccoli assistenti, delle case in cooperativa a Cerveteri. Erano molto belle ed interessanti. Di nuovo un percorso pensile di un blocco compatto a zig zag da cui si scendeva a delle case o si saliva. Era un interessante combinazione di case servite in linea e di case servite a schiera (in questo caso a percorso pensile). Nel frattempo uscì anche il numero, “Case basse ad alta densità” (“Edilizia Popolare” n. 157) in cui - incredibile ma vero! - vi era pubblicata la tesi di Luigi e mia (meno male che avevamo tolto il muro alla Byker): un onore stratosferico per noi, di cui vissi di rendita per alcuni anni. Comunque le case di Cerveteri avevano tante cose interessanti e secondo me costituiscono forse il capolavoro di Paolo. Innanzitutto proponevano un eccezionale sfruttamento dell’area disponibile che era conformata con un particolare lotto trapezoidale. Non si sa come riuscì armoniosamente ad inserire 16 alloggi di 85 metri quadri per cinque persone ciascuno. Lo schema distributivo era brillante, intelligente, efficientissimo. Il cuore era costituito dal percorso pensile che procedeva scattando in pianta per seguire i confini dell’area di edificabilità, ma il cui andamento si rivelava bello per evitare monotonie e allineamenti da caserma. Il piano del percorso pensile copriva i parcheggi sottostanti che creavano una bella zona d’ombra che sollevava l’edificio dal suolo. Dal percorso pensile venivano serviti otto appartamenti “a piani sfalsati”. Si trattava di un’altra novità, raramente usata in italia: cioè dalla quota del percorso pensile si saliva o si scendeva di mezzo piano. La cucina-pranzo era alla stessa quota del percorso, ma con una rampa sola di scale si “scendeva” al soggiorno con giardino e con una sola rampa si “saliva” alle camere da letto. Sapientemente incastrate ogni due alloggi lungo il percorso, vi era una scala cui si saliva per accedere ad un’altra coppia di alloggi, di nuovo a piani sfalsati, sovrapposti ai precedenti e quasi identici ma che invece del giardino avevano un’ampia terrazza. Ammazza quanto era bravo Paolo! Una delle cinque persone richieste dallo standard era alloggiata nella famosa camera “jolly”, cioè uno studio di 9 metri quadri, aperto sul soggiorno ma richiudibile e assimilabile per legge a una camera singola. Un vero trucco, che risolveva venti cose contemporaneamente. I prospetti erano portati a casa da Paolo con mano sicura, accoppiando le finestre per fargli avere un ritmo compatto, inserendo begli episodi plastici con le scale al percorso pensile nelle due testate, con un uso sobrio ma efficace di blocchetti di tufo e con i marcapiani e e architravi in cemento a faccia vista. L’ultimo intervento si realizzò con 57 alloggi a Ladispoli inserite in un edifico con altezza variabile dai sei ai quattro piani (con ottimi appartamenti serviti in linea) e in un edificio a due piani con delle case a patio interessanti. Ma Cerveteri è imbattibile. Ci sono affezionato solo io? No! Fatemi vedere un sistema residenziale migliore realizzato in Italia in quegli anni e vi regalo il mio libro su Sauer.

Eh si, perché dopo questi lavori e dopo il coinvolgimento di me e Luigi in una ricerca universitaria di Carlo Melograni e Marta cui lavorammo con una passione infinita (e su cui entrambi e anche altri amici e amiche attinsero e noi vi vincemmo due concorsi), dopo la partecipazione con alcuni contributi questa volta originali ai due concorsi per una piazza a Genzano (con Donatella Orazi e Stefania Bedoni) e per Piazza dei Mulini (con l’intera squadra culturale del prof. Melograni e che aveva come capogruppo Ranieri Valli) ebbene dopo tutto queste cose stava cominciando la fase in cui io davo “indietro” un contributo a Paolo e al filone culturale su cui mi ero formato. Partii per l’America nel 1983, sostenuto da una borsa Fulbright, per lavorare, studiare e insegnare con Louis Sauer, In poco tempo (e molte nevrosi di crescita) compii un balzo prodigioso. Avevo capito nel corpo vivo del “development process" come si lavorava concretamente nel Low rise - High density a contatto giornaliero con Louis Sauer, cioè il più bravo al mondo. A voglia d’inalare!. Assorbii tutto come studente, come assistente, come giovane docente, come ricercatore, come progettista. Tornato ancora dottorando del primo anno, Paola Coppola decise di dedicare il secondo libro della collana ufficiale del nostro Dipartimento di Architettura e Progetto appena iniziata con un libro di Luigi Gazzola (Architettura e tipologia, Officina 1987) al mio lavoro su Sauer e le case basse (Louis Sauer un architetto americano, Officina 1988). Questo libro rappresentava un insieme fantasmagorico di esempi nella città costruita che faceva compiere al filone di Melograni e di Paolo, un vero e proprio salto per invenzione distributiva, per forza realizzativa, per sapienza di inserimento nella città costruita: insomma era un contributo. Paolo mi invitò tante volte a parlarne e ci sono architetti oggi cinquantenni che non sanno niente di me.. ma che si ricordano la mia lezione su Sauer, oppure il mio libro. immagino Paolo, immedesimandomi ormai in lui visto che ho ora circa la stessa età di quando Paolo cosi presto è scomparso, immagino Paolo guardarmi di sottecchi facendo forse un poco di fatica a far combaciare le due immagini: quella di me ragazzo e fratello piccolo e divertente e quello di me adulto e autonomo. Ma è la vita. Io a Paolo ho voluto molto bene, lo ricordo con affetto ed era veramente un dedicato docente e un ottimo architetto: ce ne fossero. Antonino Saggio pp. 17-20 in "Paolo Meluzzi e il dibattito internazionale Low rise - high density" a cura di Stefania Bedoni, testi di Carlo Severati, Ranieri Valli, Luigi Prestinenza Puglisi, Antonino Saggio Embrice 2030, Ermes edizioni scientifiche Roma 2017 Isbn 9788869751745

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