Non l'ho letto tutto l'inserto di "La Repubblica" del 6 Ottobre dedicato entusiasticamente all'azione di Rommel - allora tenente tedesco - che con tecniche di movimento e di guerriglia fu l'artefice della nostra terribile sconfitta di Caporetto nel 1917. Ho capito, ricorre l'anniversario e "La Repubblica" decide di vederla "dalla parte del nemico"! E le voilà, pure questa ci voleva. Visto che a nessuno sfugge che fare storia è anche fare politica, io avrei voluto invece leggere un inserto su Giuseppe Garibaldi e i cacciatori delle Alpi! (Manco lontanamente ricordato nell'inserto anche se a me forse per la rabbia mi è subito venuto in mente). Garibaldi nel 1859 crea un corpo di volontari e guerreggia con soli 3500 uomini mettendo in scacco e battendo ripetutamente gli austriaci. Como è l'epicentro. Farà lo stesso in Trentino nel 1866 (ricordate il famoso "Obbedisco"?) A me personalmente avrebbe dato un poco più di voglia di vivere pensare a quei volontari e a quella intelligenza anche militare che a quella di Rommel. Per non parlare della incredibile capacità che anche nella catastrofica disfatta gli italiani sono riusciti a mettere in campo attestandosi sul Fiume ! e l'anno successivo contrattaccando e distruggendo loro gli austroungarici. Fu possibile perché si chiamarono alle armi i ragazzi minorenni nati nel 1899. Tra questi vi era mio nonno: Luigi Guarda (1899-1970) e io sono qui da solo a celebrarne la memoria.
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