Contro Deduzioni - ad una petizione
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Consiglio superiore dei lavori pubblici parere prof. Edoardo Cosenza Università di Napoli Federico II
IL PONTE DELLA MEMORIA
Qualunque sia lo stato di degrado della rimanente parte del Ponte Morandi di Genova, a mio parere il recupero si può fare. E se potessi decidere io: si deve fare.
Nulla in generale contro gli abbattimenti e le ricostruzioni, anzi in Italia si usano pochissime volte ed è un male. Anche le strutture si possono ed a volte si devono rottamare.
Ma la struttura di Riccardo Morandi nella sua semplicità si presta a qualunque rinforzo. Ed a tornare a nuova vita.
Le pile (diciamo in generale gli elementi subverticali della struttura) sono degradate? Si rimuove il calcestruzzo superficiale, si trattano le armature che credo siano solo esterne, si ripristina il tutto con malte ed a mio parere si rinforza pure significativamente con materiali fibrorinforzati, soprattutto per aumentare il confinamento. Più resistente e più durevole.
Problemi agli stralli rimanenti? Non credo perché sono stati cambiati di recente. Se ricordo male ed invece qualcuno non è stato ancora sostituito, lo si può fare tranquillamente.
Problemi nelle travate e nelle solette? Sono casi comuni, direi interventi standard. Le stesse vanno irrigidite per problemi dinamici? Anche questo non è complicato, specie con il ponte non in esercizio.
Il Ponte deve rimanere per ricordo della grande ingegneria e dei problemi dell'ingegneria, della manutenzione ecc. E in memoria delle povere vittime.
E anche per non sprecare altro denaro. Che certo deve andare per altre opere, non per far risparmiare il Concessionario.
Poi sulla parte da ricostruire, anche spazio alla fantasia ingegneristica, oppure che lo si rifaccia uguale ma con tecniche modernissime. Per me su questo va bene qualunque idea.
Questo è il mio modesto pensiero. Abbattere solo per abbattere? Come simbolo politico? Per me: no grazie.
A me piacerebbe che rimanesse come il Ponte della Memoria.
Sul
Retrofitting
“Il concessionario ha dunque l’obbligo non solo alla messa in sicurezza, ma anche ad intervenire con urgenza massima senza limiti di spesa con tre protesi in acciaio, una sostitutiva e due ausiliare (steel retrofitting prior 1971 concrete bridge industry), che in poche settimane possano rimettere il esercizio in totale sicurezza l’arteria vitale per Genova e per il Paese.
Dal 14 agosto il Concessionario è stato inadempiente ossessionato da preoccupazioni di costi nei budget della quotazione in borsa. La Autorità dell’Emergenza del disastro con il budget della multa di € 150 milioni facciano intervenire ANAS nell’organizzazione del risanamento ovvero del turn around prevedendo i seguenti assi con diverse squadre assegnate e diverse imprese in parallelo:
- asse consolidamento e messa in sicurezza di quanto a rischio, pilone 10 e pilone 11;
- protesi sostitutiva in acciaio di quanto collassato, pilone 9,
- protesi ausiliaria (steel retrofitting) ovvero protesi sostitutiva previa demolizione pilone 10 , - protesi ausiliaria pilone 11 (steel retrofitting).
Nel dopoguerra quanti hanno continuato a vivere serenamente con la protesi. “
- Istituto Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile- WTC E.L. - Global Compact Milano, 22.08.2018 ore 18,45
Una commissione ministeriale insediata di urgenza il giorno 15 agosto, composta da esperti di cui più di un autorevole organo di stampa ha sollevato dubbi su possibili conflitti di interesse, ha decretato già il 22 agosto l’abbattimento dell’intera viadotto sul Polcevera. Dal punto di vista tecnico le dichiarazioni della commissione non appaiono convincenti. Infatti si parla quale motivazione dell’abbattimento dell’intero viadotto di “corrosione” a livelli 4 su 5 dei pilone n. 10.
Sostiene la commissione come riportato da Il secolo XIX del 22 agosto di aver riscontrato
per «la pila n.10, sopravvissuta al crollo, uno stato di degrado dei materiali di grado più elevato, 4 su una scala di cinque, rispetto a quello che era stato riscontrato nella pila n. 9 crollata, che risultava di livello 3».
Ne conseguirebbe secondo una logica elementare che se la causa fosse stata la corrosione della pila sarebbe dovuta crollare “prima” la pila 10 e non la 9. In realtà come espresso da grande parte degli addetti ai lavori, la principale ragione del crollo è da imputare alla rottura di uno dei tiranti in cemento armato che ha fatto crollare dissimetricamente l’impalcato del Ponte caduto a sua volta sulla pila. Il secondo tirante rimasto in posizione per pochi attimi ha tirato al suolo l‘antenna cui era collegato.
Schema statico
Lo schema statico previsto dal prof. Morandi Aveva previsto una indipendenza tra le tre pile. Due su tre infatti sono rimaste in piedi nonostante il crollo della pila 9. È paradossale che la commissione giustifichi con la “Corrosione” la necessità dell’abbattimento e non citi, perché evidentemente non riscontrate, le ripercussioni del crollo della pila sulle altre parti del viadotto .
Ne consegue ancora di più che la più verosimile ragione, quasi unanimemente accettata è la eccessiva sollecitazione e il deterioramento dei tiranti (con possibili concause secondarie nei gravosi lavori di manutenzione, nell’inteso traffico estivo e nel
Temporale al momento del crollo).
D’altronde era stato previsto il rafforzamento, degli stralli malauguratamente non realizzato in tempo.
Ulteriori ipotesi oltre alla necessita della valutazione costo- beneficio
Si suggerisce:
A . L’insediamento di una nuova commissione di acclarata autorità e elevata levatura internazionale di cui cui non facciano parte né membri del Ministero delle infrastrutture e trasporti, né suoi consulenti, né tanto meno Membri della concessionaria o suoi consulenti né che ne facciano parte membri che hanno espresso parere divisivi.
B. Che venga valutata con attenzione l’intera situazione statica e che venga redatta una valutazione “costi benefici” in particolare ponendo a confronto:
l’º l’abbattimento e ricostruzione con un nuovo progetto rispetto con
IIº il consolidamento dell’esistente e la ricostruzione della parte crollata - retrofitting - dovuto ad una criminale mancanza di manutenzione e dal procrastinare del rafforzamento dei tiranti come già previsto.
C. Che siano sottoposte alla collettività immagini dell’eventuale nuovo progetto al fine di consentire una valutazione pubblica oltre che tecnica.
Citazioni
da I”l Secolo XIX “22 agosto
“Gli ispettori del ministero:
«Pilone 10 più corroso di quello caduto»
L’esame della documentazione progettuale per gli interventi di manutenzione su Ponte Morandi evidenziano per «la pila n.10, sopravvissuta al crollo, uno stato di degrado dei materiali di grado più elevato, 4 su una scala di cinque, rispetto a quello che era stato riscontrato nella pila n.9 crollata, che risultava di livello 3». Si legge nella relazione che la Commissione ministeriale ispettiva ha inviato alla struttura commissariale.” Fonte
Ho pubblicato un articolo sulla tragedia del crollo del Viadotto sul Pontecevera a Genova sulla rivista "Left".
Per chi volesse leggere l'articolo e seguire anche con i molti commenti ecco il link
Rai Radio Tre con Silvia Bencinelli ha scelto e letto tre articoli, uno del “Corriere della sera” sul momento dell‘ inaugurazione, uno intensissimo su “la Stampa” a proposito del dramma di questi giorni a i Genova, è quello su “Costruire” dedicato a Morandi che avevo scritto più di cinque lustri fa! Mi dispiace che questo avvenga in una circostanza così drammatica e triste per l’Italia e per noi tutti ! Ecco il link
Anche su questo ci sono commenti
L’articolo era stato pubblicato originariamente su: “Costruire”, Editrice Abitare Segesta, Milano. Direttore Leonardo Fiori. - Antonino Saggio, Riccardo Morandi. Cemento d'autore, in "Costruire", n. 102, novembre 1991, pp. 163-42.