Questa è una lettera aperta a Vincenzo Latina e a Luigi PP
Non sono d'accordo. Non è Siza la chiave di una tendenza massiva, tendenzialmente scultorea e mono materica dell'architettura siciliana. La chiave è il matrimonio tra l'imprinting greco e Gregotti, non Siza. Gregotti insegna a Palermo, e lì influenza una serie di giovani, Gregotti fa ponti con diverse culture nel mediterraneo trovando chiavi meno "poetiche" di quelle di Rossi, ma molto più praticabili e diciamolo in quella fase interessanti, in un certo senso progressive, parliamo degli anni dal '65 al 1990 ca. Tra l'altro in Portogallo, Gregotti era ben più importante di Siza in una fase. Mica ci siamo scordati il grande centro di Belém a Lisbona, vero?. Dire quindi che l'architettura siciliana è siziana è quasi un'offesa o una riduzione inaccettabile, Luigi. Gregotti influenza moltissimo Pasquale Culotta.. Che siciliano cresce tra la rocca, la campagna, il mare e l'infanzia greca delle rovine e dei camminamenti rotti e asimmetrici. Pasquale trova una declinazione bella dei temi gregottiani con i suoi propri della sua infanzia perduta e ricercata e diffonde questo sentire con le sue opere insieme a Bibi Leone e poi nella sua scuola a Palermo in centinaia e centinaia di allievi e poi in Marcello Panzarella anche con la rivista. Ora alcuni come Collová riportano Siza in Sicilia che a sua volte assorbe e ricombina i temi gregottiani e quelli della stessa scuola e sentire siciliano a quelli di Rossi, abbandonando il suo aaltesimo, per diventare il Pritzker.. Okey, ma visto che il Pritzker lo ha preso che so Murcutt, io lo do invece a Pasquale, alla memoria. Luigi poi tu dici.. deve essere anti siziana l'architettura in Sicilia, viva la Cannizzo. Bene, se fosse così, ma tu invece usi il trucchetto della lista in cui ci sono un bel poco di oscillazioni sulla linea diciamo meccanicistica della Cannizzo. La cosa che colpisce chiunque veda questa lista è che manca l'architetto Siracusano medaglia d'oro alla triennale. Emanuele Piccardo te lo fa notare e tu non dici .. Non l'ho messo perché siziano (plausibile, entro il tuo ragionamento) ma Non l'ho messo pecché ha fatto naa cosa brutta! Ma scherziamo? Ripensando alla lista non è che vuoi con te le armate di invidiosissimi colleghi? Personalmente lo so che è alla moda e popolare parlare male di Vincenzo, ma lo trovo ridicolo e provinciale come dire che certa architettura siciliana è siziana.
ampio dibattito su FB
Non sono d'accordo. Non è Siza la chiave di una tendenza massiva, tendenzialmente scultorea e mono materica dell'architettura siciliana. La chiave è il matrimonio tra l'imprinting greco e Gregotti, non Siza. Gregotti insegna a Palermo, e lì influenza una serie di giovani, Gregotti fa ponti con diverse culture nel mediterraneo trovando chiavi meno "poetiche" di quelle di Rossi, ma molto più praticabili e diciamolo in quella fase interessanti, in un certo senso progressive, parliamo degli anni dal '65 al 1990 ca. Tra l'altro in Portogallo, Gregotti era ben più importante di Siza in una fase. Mica ci siamo scordati il grande centro di Belém a Lisbona, vero?. Dire quindi che l'architettura siciliana è siziana è quasi un'offesa o una riduzione inaccettabile, Luigi. Gregotti influenza moltissimo Pasquale Culotta.. Che siciliano cresce tra la rocca, la campagna, il mare e l'infanzia greca delle rovine e dei camminamenti rotti e asimmetrici. Pasquale trova una declinazione bella dei temi gregottiani con i suoi propri della sua infanzia perduta e ricercata e diffonde questo sentire con le sue opere insieme a Bibi Leone e poi nella sua scuola a Palermo in centinaia e centinaia di allievi e poi in Marcello Panzarella anche con la rivista. Ora alcuni come Collová riportano Siza in Sicilia che a sua volte assorbe e ricombina i temi gregottiani e quelli della stessa scuola e sentire siciliano a quelli di Rossi, abbandonando il suo aaltesimo, per diventare il Pritzker.. Okey, ma visto che il Pritzker lo ha preso che so Murcutt, io lo do invece a Pasquale, alla memoria. Luigi poi tu dici.. deve essere anti siziana l'architettura in Sicilia, viva la Cannizzo. Bene, se fosse così, ma tu invece usi il trucchetto della lista in cui ci sono un bel poco di oscillazioni sulla linea diciamo meccanicistica della Cannizzo. La cosa che colpisce chiunque veda questa lista è che manca l'architetto Siracusano medaglia d'oro alla triennale. Emanuele Piccardo te lo fa notare e tu non dici .. Non l'ho messo perché siziano (plausibile, entro il tuo ragionamento) ma Non l'ho messo pecché ha fatto naa cosa brutta! Ma scherziamo? Ripensando alla lista non è che vuoi con te le armate di invidiosissimi colleghi? Personalmente lo so che è alla moda e popolare parlare male di Vincenzo, ma lo trovo ridicolo e provinciale come dire che certa architettura siciliana è siziana.
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