Wednesday, April 08, 2009

Abbiamo perso Le staffe



Ascolta alla radio...GMA Perche questo è connesso alle Morti Bianche >>

Un serio e competente ingegnere, Giuseppe Natoli di Piraino, Messina, amareggiato come tanti in questi giorni, mi ha dato una piccola, ma importante spiegazione tecnica. Come sempre le cose sono semplici se si capiscono.
Uno dei punti più complessi di una costruzione in cemento armato è l'attacco trave pilastro. Spesso maestranze e ditte, se non sottoposte ad accurati controlli, non mettono le staffe con attenzione proprio in questo punto perchè la particolare conformazione geometrica delle cassaforme ne rende appena un po' complesso l'inserimento. Ora, come si sa, le staffe servono a contrastare i movimenti oscillatori, ondulatori e di taglio che si verificano proprio nei terremoti. Se la mancanza delle staffe nell'attacco trave pilastro d'abitudine non crea problemi, in occasione di terremoti i solai slittano e avvengono i crolli. Crolli di costruzioni nuove (ospedali, case dello studente, prefettura) e morti, molti M O R T I.
Indi: calcoli, geni civili, burocrazie e quant'altro a nulla servono se non vi è il controllo attento del direttori di lavori e la coscienza di chi costruisce.
A chi segue una costruzione oltre alla buona qualità dei conglemerati, agli acciai prescritti nella quantità, qualità e aderenze ricordiamo di controllare con attenzione le staffe. Se anche una sola persona nel momento decisivo della esecuzione dell'opera ricorderà questo commento forse, allora, non avrà morti sulla coscienza.
Commenti del Giovedi >

6 comments:

Anonymous said...

Vorrei aggiungere che, anche a monte, tanti progettisti si rifiutano di applicare il metodo della gerarchia delle resistenze perchè appunto impone un raffittimento delle staffe a ridosso dei nodi pilastro-trave e non assicura una buona riuscita in cantiere.
Il cantiere!
Quando penso a tutto quello che ho studiato (ed ancora continuo a studiare) in rapporto a quello che vedo fare nei cantieri mi sembra di esperire uno slittamento in una realtà parallela: magari la mancanza di staffe fossero solo sviste...
I costruttori pagano il meno possibile e tante staffe significano tanto ferro: tirate voi le conclusioni.
A presto.

Matteo Seraceni

Anonymous said...

Gentile prof. Saggio


Ho letto sulla sua Home Page sull’importanza delle staffe e ricordo quando le mie prime volte in cantiere si discuteva con i carpentieri dell’ indispensabilità delle staffe e della loro giusta messa in opera . E così tra i vari accadimenti in questi giorni si è riaperta per me una ferita mai guarita dell’angoscia del terremoto vissuto nell’ 80 in Irpina : circa 2800 morti. Lo studio dove le scrivo è un edificio ricostruito dopo il sisma . Io avevo 14 anni quel giorno : una paura che è durata per anni che si assopisce e poi ritorna in queste occasioni

Non la voglio tediare con racconti personali ma le scrivo per parlare alla sua intelligenza


. Dopo circa trenta anni dal terremoto nella mia terra ( e non solo ) circa l’80 % delle scuole dove mandiamo i nostri figli non hanno alcun criterio antisismico e come recita un recente rapporto dei vigili del fuoco sono ad alta vulnerabilità sismica . Ma una scuola per le leggi dello stato italiano per poter aprire al pubblico ed essere a "norma" , può non avere alcun criterio antisismico.

. Così gran parte del patrimonio edilizio è di fatto , sempre rispetto una fonte ufficiale dei vigili del fuoco ad alto rischi sismico . Da noi sono passati circa 30 anni dal sisma , un nuovo piano regolatore, e tra poco anche la nuova legge del governo , ma quelle case rimarranno li . La gente è convinta che siccome non sono cadute con il sisma dell’ 80 siano resistenti e non cadranno a nessun altro sisma : è come credere che un infartuato solo per il fatto di essere sopravvissuto non avrà alcun problema con un nuovo infarto : le cose stanno esattamente il contrario anche per un edificio “ sopravvissuto “ senza contare il naturale decadimento della capacità di resistenza del c.a. nel tempo .



Sono angosciato perché, nonostante questa ennesima tragedia, non ci sarà nessuna legge che imporrà la sostituzione nei prossimi anni di edifici scolastici che non sono antisismici ( la stragrande maggioranza) nelle zone in Italia ad alto rischio sismico , pena la chiusura.

Sono angosciato perché non ci sarà nessuna legge che imporra in arco ragionevole di tempo con opportuni incentivi la sostizuone o l’adeguamneto di edifici per abitazione che non sono antismici .

E così via per edifici che ospitano il publico e di cararattere strategico , come tribunali o uffici ospedali , ecc.



Mi perdoni per lo sfogo ma si continuerà a versare sangue innocente, in questo bel paese , perchè il male è profondo. Speravo in occasione della nuova legge dello stato per l’edilizia un segno forte in questa direzione con il contributo di tutte le forze politiche e degli ordini professionali


massimo russo

Anonymous said...

Il problema maggiore in Italia è che si cercano soluzioni, o si cercano i colpevoli dopo che accadono questi fatti, quando basterebbe che tutti facessero il loro lavoro come si deve.Oggi a lezione lei ha parlato del collegamento tra i morti nel lavoro e questa modalità di costruire,sono completamente d'accordo, avendo vissuto in prima persona le due cose,quando a 14 anni facevo da manovale in una impresa edile,e vedevo il tipo di ferro usato per risparmiare, vedevo il casco, che avremmo dovuto usare per proteggerci, che non era buono perchè era di molti numeri piu grande,vedevo me fare le staffe senza sapere cosa stavo facendo...
gli anni passano ma il desiderio di fare soldi resta... se solo qualcuno controllasse questa gente penso che queste cose non sarebbero successo.

Antonino Saggio said...

Mi sembra doveroso aggiungere un commento a questo post inserito da Marcello del Campo, ben noto Alias di Luigi Prestinenza Puglisi in Press T/letter

"FLASH di Marcello del Campo

Ecco il nodo:
Il buon edificio davanti al sisma
mai perde le staffe
"
Francamente mi sfugge la pregnanza, ma comunque ...

Antonino Saggio said...

In questo contesto mi sembra utile segnalare questo interessante incontro

Aula Magna di Piazza Borghese, martedì 5 maggio a partire dalle ore 16. Prof. Luis D. Decanini
Il titolo del seminario sarà:
Il terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009 e il ruolo dell’architetto negli edifici resistenti al sisma
Durante l'incontro si farà una panoramica sintetica sulle caratteristiche del terremoto aquilano e sui comportamenti osservati, nelle costruzioni sia antiche sia moderne.
I danneggiamenti che abbiamo potuto osservare evidenziano il ruolo di una opportuna concezione dell'edificio, prima ancora che di una buona qualità dei materiali da costruzione.
Ne consegue una notevole rilevanza del ruolo dell'architetto per ottenere una soddisfacente prestazione durante eventi sismici severi. La formazione dell'architetto diviene allora punto imprescindibile e la nostra Facoltà può giocare un ruolo di primo piano.
Al termine della presentazione si prevede un dibattito. (Luis D. Decanini)

Antonino Saggio said...

..le sfugge la pregnanza? ma come sarebbe? Eccola: la pregnanza del commento di Marcel Pestilenzà ! un "concorso" indetto con lo stesso stille del commento, cioè sciatto e autoutile, autopromozionale.
Un concorso indetto da un comitato come è l'Inarch del dopo Zevi e da una webzine che che fa quel tipo di ironia sul terromoto, con un montepremi da gita, e una antipatico rappel alla nostra già tartassata gioventù che per ambire ad un minimo di visibilità si sottometterà senz'altro a quest'altro tour de force. Visto che c'è Piano e The Plan in giuria.
L'InArch una volta aveva la forza di chiamare il Ministero o la Protezione civile e obbligare loro a fare un concorso ed assumersi delle responsabilità. Oggi mette duemila euro con altri per avere questa medaglietta di latta.