Una delle conquiste della civiltà dei MassMedia divenuta dirompente negli anni Sessanta dello scorso secolo, è stata la riconquista del Layer della propria giovinezza. Prima di quel momento, un adulto era un adulto e basta: doveva fronteggiare le difficoltà della sopravvivenza, del lavoro, della famiglia se non le tragedie delle guerre. Ma la società chiamata appunto dei MassMedia ha portato, tra molte altre, questa straordinaria novità: far convivere le passioni della giovinezza insieme alle responsabilità della vita adulta.
In questo scenario anche la letteratura a fumetti assume una presenza tutta diversa dal passato. Non solo vive tra i ragazzi, ma quel mondo comincia ad essere indagato con l’occhio maturo della Semiologia, della Sociologia, della Storia del costume. Grandi furono gli apripista di questa nuova dimensione ”trans generazionale”. Basti ricordare Oreste Del Buono e Umberto Eco che ha scritto il manifesto di questa “presenza” dell’infanzia nella vita adulta: La misteriosa fiamma della regina Loana (Bompiani 2004).
Ora questa novità ha avuto in Renato Pallavicini, prematuramente scomparso il 26 aprile 2022, un interprete prestigioso a cui la rivista Fumettologica ha dedicato un bel ricordo
Renato era nato nel 1948 ed era un architetto. Conosco bene l’ambiente in cui si era formato. Pallavicini faceva parte dell’elité della Facoltà di Architettura di Roma e si laureò in progettazione - così come il suo compagno di corso Renato Nicolini, assessore alla cultura della giunta Argan - con il professore Ludovico Quaroni.
Ma ben presto Pallavicini lasciò l’architettura per diventare art director de l’Unità. Numerosi sono i suoi articoli sul quotidiano che “sdoganano” il fumetto e il cinema di animazione all’interno della cultura di sinistra. Si possono ancora leggere gli scritti e le sue famose interviste da Moebius a Schulz . Negli anni Duemila, con Furio Colombo direttore e l’editore Mancosu, tornò alla sua professione originaria divenendo dal 2000 al 2005 vice direttore della rivista l’Architettura cronache e storia fondata da Bruno Zevi. Una decina di anni fa Renato conobbe Milena Guarda e venne a sapere la vicenda del fratello Giancarlo, veneziano, architetto e urbanista anche lui, ma anche grande disegnatore di fumetti ai tempi de l’Asso di picche. I suoi ultimi due articoli su Il Fumetto - Il giornale della Anafi Associazione nazionale amici del fumetto italiano - sono dedicati proprio a Giancarlo Guarda. Innanzitutto alla recensione del libro a fumetti ”Zanna Bianca” - n. 117 - disegnato da Guarda nel 1948, respinto dalla censura vaticana perché Jack London era allora all’indice, ma poi terminato negli anni Duemila, quando, ormai in pensione, Guarda stava progressivamente perdendo la vista. Di più: Pallavicini in un altro articolo sempre su Il Fumetto n. 116 dette visibilità al fatto che Guarda, alto due metri fosse soprannominato “Corto” . Anche per Renato Pallavicini era plausibile che la figura del grande amico di Hugo Pratt Giancarlo Guarda sia una delle ispirazioni del personaggio di Corto Maltese creato vent’anni dopo gli anni giovanili in cui creavano fumetti insieme e vivevano spericolate avventure “Sopra i tetti di Venezia” un libro dedicato alla vicenda.Sono grato a Renato per queste attenzioni e per i suoi articoli e sono profondamente rattristato dalla sua scomparsa. Tutto i sengi della mia vicinanza alla moglie Anna alla famiglia e agli amici.
Gli articoli su Guarda possono essere riletti da qui.. Fumettologica presenta una ampia raccolta dei suoi articoli sulla cultura dei comics.