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Insomma eravamo lì, in quello spiazzo in cima alla montagna.. a parlare con il ruspista e i tecnici e dopo pochissimo cominciarono i lavori. Mi disse del disegno di Mauro Staccioli per la Piramide ma è del tutto ovvio che qui non si tratta di un rapporto committente-artista, ma di una profonda compartecipazione dell'artista all'idea di Antonio.
Riandai dopo circa un anno e la Piramide era su, magnifica, con quella forma sbilanciata, quella dinamica base triangolare, quell'acciaio corten così bello, quell'interno con l'asola da cui penetra il raggio della luce del tramonto, quel grande gioco di massi circolari a caratterizzare l'interno. Mancava solo una parte. Era la guglia di chiusura che era realizzata in un pezzo unico, una mini piramide in cima a chiusura. C'era una gru e ci salii con Antonio a vedere tutto dall'altro e poco dopo ad assistere al momento magico. Quello in cui la gru e gli operai dovevano mettere la guglia al suo posto la in cima. Antonio scherzando ogni tanto ricorda che io sono un poco "fortunello" ad aver vissuto in prima persona i due momenti chiave della Piramide e spesso ricorda agli amici un altro fatto. In seguito andavo spesso all'atelier dell'arte a Tusa. Un tardo pomeriggio del 2011 dissi: "Vado alla piramide in moto, voglio starci un poco." Salii, ormai era il tramonto, la moto all'ultima curva scivoló e caddi. Ma la cosa grave fu che per quanti sforzi facessi fu impossibile rimetterla in piedi. Era arrivato il buio, ero in cima alla montagna deserta. Telefonai ad Antonio che arrivò con altri tre amici ad aiutarmi, era buio e tardi. Capii la lezione che mi avevo dato lei, la Piramide: rispetto. Ci tornai l'indomani con un lungo tratto a piedi e sempre partecipai con amicizia e rispetto al rito della luce che come sapete è un grande evento che celebrando l'arrivo dell'estate al solstizio del 21 giugno coinvolge un centinaio di artisti (musicisti, poeti, compagnie di recitazione e danza, pittori, scultori eccetera e che in alcuni anni ha coinvolto intere scuole).
Quest'anno è capitata una esperienza decisiva.
La notte prima dell'evento ha piovuto distruggendo alcune installazioni, strappando i teli e soprattutto inondando l'interno della Piramide e vanificando parte del grande lavoro di preparazione della settimana precedente. La mattina si è andati presto in molti a riparare. Ricordo la fatica degli scultori a tirare fuori l'acqua e il fango a secchiate dalla Piramide, e mi ricordai: "La storia si fa con l'atto". Uno tira fuori il fango ed ha partecipato l'ha fatto.. C'era e c'è. Alle undici del 21 giugno 2015 il cielo era nuvoloso e alcune gocce di pioggia nuovamente cadevano. Erano attese diecimila persone. Da architetto dissi: "Antonio dobbiamo preparare un piano B". Da artista mi rispose "Non esiste un piano B". Ci ho messo venti ore a capire, lo sapevo ma non lo ricordavo: Nell'arte si rischia se stessi nell'arte non c'è il piano B!
Incredibilmente arrivò un sole magico e dorato, meraviglioso e insieme storditi, con moltissimi altri circondammo la Piramide di mille anelli di persone.
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*. Foto del 22 settembre 2011 ore 19:35
**. Foto del 21 giugno 2015 ore 11 ca