Ho letto con interesse questo viaggio nel tempo e nello spazio (si tratta di un post di A. Albanese studente Caad 2009) basato su un aspetto "importante" della questione (Modernità Crisi IT) e cioè quello del dinamismo. Il dinamismo è, a ben riflettere, "quasi" sempre componente fondamentale nella ricerca del rapporto tra crisi e modernità.
Ma la chiave per me non è assolutamente il dinamismo per sé! perché altrimenti uno confonderebbe un effetto (pur fondamentale e "spesso" auspicabile) con una causa. La nascita della prospettiva nel XV sec. è caso mai a-dinamica (!) eppure, caspita, se non è modernità quella! Come vede, lei che sa leggere, in questo punto passa una bella differenza tra il sottoscritto e importanti storici con cui ho avuto la grande fortuna di collaborare per anni. Se ne discuterà, se vuole, in classe se vorrà mai prendere l'argomento.
1 comment:
Salve, intanto grazie del commento. Ciò che volevo fare in questo post, era innanzitutto palesare il valore delle avanguardie nella produzione della modernità e dunque, passando attraverso di esse, individuarne un valore (in effetti saltando volutamente il periodo rinascimentale!), quello di sperimentazione, legandolo al concetto del dinamismo.
L'elemento del dinamismo (che, concordando con Lei, senz'altro non è una causa di modernità bensì un effetto), si oppone criticamente a tutto ciò che lo precede, ponendolo in discussione; e infatti individuavo nel periodo ellenico (solitamente pensato come estremamente lontano da noi) questa logica dirompente.
Essendo poi personalmente molto interessato al tema del dinamismo, mi focalizzavo soprattutto sulle prime avanguardie e dunque sul tema della velocità.
Detto questo, per quanto riguarda il Rinascimento, concordo a pieno che sia a-dinamico, ma esso segna i presupposti fondamentali per quello che sarà 150 anni
più tardi (torna questa cifra, che Lei aveva individuato invece per il periodo industriale!) ovvero l'estetica di rottura del Barocco! e quella sì che è dinamico!
Quello che voglio dire è che la prospettiva cambia il mondo talmente in maniera radicale, che i suoi effetti maggiori, probabilmente si sentono con un certo tempo di ritardo, quando ormai "l'uso" dello strumento è stabile, preciso e familiare. Dopotutto gli artisti barocchi si sentivano ancora classici, tant'è vero che spesso si legge delle diatribe tra Bernini e Borromini che per offendersi si chiamavano "gotici" piuttosto che "barocchi".
A presto
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