Saturday, March 26, 2011

Il Bunga Bunga della cultura



Ho visto ieri a Milano il Cristo e i suoi carnefici del Museo di Capodimonte. Quel corpo allungato e martoriato che dall'alto della corona di spine scende giù giù sino all'ombra dei piedi mi ha fatto pensare all'Italia. La corona di spine, le Alpi; il petto ampio solcato dallo sterno, il Po; il grande drappo, Roma e infine i piedi che emergono dall'ombra, le due Isole. E accanto al corpo bianco, gli aguzzini, i torturatori che vi si accaniscono. Uno chinato che prepara gli strumenti, uno a destra che gli aguzza le spine, l'altro che gli gira il morso alle braccia che chiuse e invisibili spingono avanti nella luce il corpo.

Ma la mostra in cui questo Cristo è esposto - nel 150 della unificazione - dà in realtà una riprova di questa interpretazione. Il curatore, Sgarbi, ordina una mostra "politica" che credo neanche ai tempi del fascismo si fosse vista. Vuole dimostrare l'anima Lombarda di Caravaggio e il fatto che la visione del pittore abbia trovato alimento nei suoi anni da giovane in Padania.
Sino a qui, la questione potrebbe andare. È una mostra a tesi, uno la guarda e ci pensa. È molto grave però che un critico d'arte estenda, come se niente fosse, un paragone tra Caravaggio e, udite udite, Umberto Bossi. Sì, non scherzo, e così sia nel video, che nel catalogo. Anche Umberto Bossi, la tesi di Sgarbi, è un rivoluzionario che acquista notorietà e centralità solo quando arriva a Roma (vi giuro, non scherzo) anzi c'è di più: come Caravaggio, Bossi rompe e rivoluziona i dogmi e le consuetudini (che se per il pittore erano quelle del Manierismo per il titano Bossi sono quelle della Democrazia cristiana, da lui distrutta)
Ora, francamente, un atto così basso di vassallaggio politico, di adulazione al potere, io francamente non lo ricordo. Credo sia un record assoluto in questi anni. Anche se, Sgarbi insegna, questo atto è evidentemente necessario in questo momento. Innanzitutto perché a meretricio non si può che rispondere con meretricio, ma perché con grande e vivida evidenza se ne è ben ripagati. Leggiamo su "Repubblica" .. che al curatore Sgarbi della prossima biennale d'arte veneziana (immaginiamo incentrata su De Chirico e i neo dechirichiani ) sarà data anche mezza ala di Palazzo Venezia a Roma nuovo feudo del potere dell'Arte capitolina.

Ora io sono scandalizzato, sono indignato. Chi ci vede dall'estero ha ragione di ridersela alla grande di tali buffonate in cui un critico fa o deve fare questo per pagarsi i frizzi e lazzi propri. Ma soprattutto la cosa che mi indigna è usare uno dei geni italiani esattamente al contrario di quello che egli ha mostrato.

Forse nessun pittore italiano, neanche il messinese-veneto Antonello, ha tanto fecondato del suo genio l'intera penisola.
Prima da giovinetto a Milano, poi a Roma dove esplode come uno dei più grandi della storia della pittura, ma poi a Napoli, poi a Siracusa, poi addirittura a Valletta, poi ancora in Sicilia e di nuovo a Napoli e infine alle porte di Roma, in Maremma, dove muore, Caravaggio vive, attraversa e feconda con la sua arte l'Italia. E da lì l'Europa Intera. Caravaggio è lombardo, siciliano, napoletano, romano, italiano, mediterraneo, universale.

Flagellazione di Cristo
Michelangelo merisi da Caravaggio
1607-1608
266x213
Museo di Capodimonte, Napoli


Gli occhi di Caravaggio. Gli anni della formazione tra Venezia e Milano
Museo Diocesano
Corso di Porta Ticinese 95, Milano
11 marzo – 3 luglio 2011
estratto del video
http://www.nitrosaggio.net/iQUuaderni/Filmati/Conferenze/BossiSgarbiCaravaggio.mov

3 comments:

Salvatore D'Agostino said...

Antonino Saggio,
senza parole.
Aspetto di vedere il ‘Saggio’ video.
Saluti,
Salvatore D’Agostino

Salvatore D'Agostino said...

Antonino Saggio,
isto il video.
Senza parole al quadrato.
Saluti,
Salvatore D'Agostino

Anonymous said...

In questi gg da Stoccolma tutto sembra cosi momentaneamente lontano! Dobbiamo trovare modi più forti e pubblici di reagire.. Non basta più la nostra vergogna alta! Un abbraccio luca