Mi associo al dolore dei familiari e dei tanti amici per la scomparsa di Cesare Casati. Dopo molti anni con Gio Ponti suo amato maestro a Domus, che diresse alla fine degli anni Settanta, fondò nel 1986 L’Arca. Era una rivista piena di cose e rutilante di idee e novità. Molte arrivarono troppo presto e non furono affatto capite. Per esempio, chi ha pubblicato con un servizio serio Biosphere 2.? L’Arca! Chi il lavoro di Johansen? L’Arca. E le sperimentazioni digitali? L’Arca. E Massimiliano Fuksas quando era da tutti inviso? L'Arca. Mentre riviste blasonate riuscivano a farci sembrare noiosi e inutili architetti che amavamo profondamente (vi ho parlato del numero di Casabella su Kay Fisker) l’Arca con Cesare direttore promuoveva costantemente il nuovo senza timori né sussieghi. In una fase, grazie a Marco Petreschi insegnò a Valle Giulia ed era contento di farlo come capivo quando ogni tanto ci si incrociava. Abbiamo gestito insieme un grande convegno all’Auditorium di Roma nel 2008 (nella foto mentre interviene il suo amico John Johansen) che voleva indicare la indispensabilità per l’architettura di incontrare la scienza, che era un suo leit-motiv, ed ecco perchè portai John Allen e ne fu entusiasta. Nel 2012 curai su suo incarico per intero un numero dell’Arca dedicato alle infrastrutture di nuova generazione e sulle linee tranviarie nel recupero urbano (il nostro anello si chiamava Urban green line). E ricordo il pacco di riviste con cui arrivò in treno da Milano e che distribuì gratuitamente alla Casa dell’architettura. Mi sarebbe piaciuto stare di più con lui e mi addolora molto la sua scomparsa. Ancora un grande abbraccio ai suoi cari e ai membri della redazione de L'Arca.
Monday, May 19, 2025
Friday, March 28, 2025
IL GATTOPARDO NETFLIX UN COMMENTO
Monday, March 17, 2025
Ritrovato Cornacchia il cane di Caravaggio ?
“Michelagnolo da Caravaggio, il quale menava sempre con sé un cane barbone negro, detto Cornacchia, che facea bellissimi giuochi”.
Questo brano di Baglione, Le Vite de’ Pittori, Scultori et Architetti, pubblicato nel 1642 è citato in "Cornacchia, il cane-barbone sapiente e giocoliere del Caravaggio. L'amore dell'artista per i cani” del 7 maggio 2020 di Maurizio Bernardelli Curuz in Stilearte rivista on line.
In questo articolo si discute anche del dipinto Giove Nettuno Plutone, per citare la presenza di Cerbero il cane a tre teste e l’autore nota che anziché “assegnare a Cerbero il volto aggressivo di mostruosi molossi, simili a draghi, Michelangelo Merisi pensa di utilizzare un meticcio nervoso, dotato di tre teste. Un abbassamento di cornice aulica, una presenza in grado di rievocare i latrati, gli ululati e l’incontenibile, nervoso abbaiare dei cani di piccola taglia.”
Occupandoci monograficamente del dipinto ho scritto a quattro mani con il prof. Dario Costi un articolo pubblicato sulla rivista “Left “ di marzo 2025 che presentava una intuizione di Costi sulla relazione tra il cerchio luminoso di questo dipinto e l’oculo del Pantheon, insieme ad altri aspetti che riguardano la relazione tra il committente e l’artista e la collocazione del dipinto, la presenza di connotazioni omoerotiche che la critica d’arte italiana tende a offuscare al di là di ogni evidenza. Ma, studiando il dipinto attraverso degli ingrandimenti molto elevati su immagini ad alta risoluzione, ho creduto di individuare la testa di un quarto cane che si infila mansueto tra le tre teste di Cerbero! Un dettaglio non presente nell'articolo del 1969 in “Storia dell’arte”n. 3 in cui la storica dell’arte Giuliana Zandri pubblica Un probabile dipinto murale del Caravaggio per il Cardinale Del Monte che sancisce l'arrivo di questo dipinto nella produzione di Caravaggio.
Che si tratti di un cane dipende dal punto di vista. Da alcuni scorci sembrerebbe invece l'orecchio della testa del cane centrale, come mi ha fatto notare Michele Cuppone in una sua lettera, che sia un cane apparirebbe evidente a chi scrive dalla immagine in apertura, mentre che in questo caso sia proprio Cornacchia è una deduzione, corroborata però da alcuni fatti.
Innanzitutto le tre divinità del dipinto sono, ormai da quasi tutti gli studiosi, considerate un autoritratto del pittore. Infatti le sue fattezze, la barba e i capelli lunghi sono molto vicini al personaggio sullo sfondo nel martirio di San Matteo unanimemente considerato un autoritratto.
Se la testa di un cane è inserita tra le tre teste di Cerbero è quindi più che plausibile che il pittore inserisca il proprio cane che accompagna amichevolmente il proprio autoritratto e che forse gli faceva compagnia mentre stava sul ponteggio.
Inoltre, come si, sa il dipinto si trova nel camerino del Cardinal Del Monte, figura di ragguardevole importanza e grande mecenate del Caravaggio. Il pittore viveva con il cardinale nella grande dimora di palazzo Madama in quel 1597 in cui il dipinto fu realizzato nel Casino dell’Aurora nella ex Villa Ludovisi, quindi è certo che Cornacchia fosse anche lui conosciuto e “residente” a palazzo Madama. Il suo infilarsi tra le teste del mostro potrebbe essere una facezia che il pittore lancia a chi è in grado di scoprirlo, anche se in questo caso sono passati più di quattro secoli.
Questa idea è stata anticipata in mezza riga finale dell’articolo citato su “Left”, diffusa sui social e descritta in dettaglio in maggiori dettagli nella VII edizione del mio Lo specchio di Caravaggio, Vita Nostra edizioni, 2025 pp. 18-21.
Infine è doveroso ricordare che Rossella Vodret ha scritto: "le particolari e realistiche espressioni delle tre teste del cane (mansueto, ringhioso e mentre abbaia) ci consentono di ipotizzare che in questo caso il 'modello' possa essere stato il cane che, secondo Baglione, Caravaggio portava sempre con sé (...) anche se in questo caso più che un barbone nero, Cerbero sembra un bastardino bianco e nero incontrato per strada". (Caravaggio, Silvana editoriale d'Arte, Roma 2009 p. 84)
Infine mi sembra importante segnalare la scoperta, questa sì inoppugnabile, della traccia di un cane nella vocazione di Matteo ritrovata attraverso la radiografia nel citato articolo di Bernardelli Curuz a cui rimandiamo per la visione,
Dettaglio Nettuno e Plutone. Nettuno abbraccia il cavallo marino e ha un tricorno, il fratello Plutone ha il cane a tre teste Cerbero a difesa degli inferi.
Dettaglio Giove Nettuno e Plutone. Il Re degli Dei e dell’Universo Giove sembra farsi gioco del mondo in una posa del più ardito naturalismo mentre fa roteare la sfera con il piede e la mano. Un atteggiamento di incredibile naturalismo che fa immaginare il pittore stesso provare e riprovare contro lo specchio il movimento più reale e beffardo a un tempo. Forse mai si era vista qualcosa del genere.
Caravaggio, Giove Nettuno e Plutone, Olio su volta Casino dell'Aurora 1597
reviewed June 1, 2025
Sunday, February 23, 2025
La scomparsa di Sebastiano Monaco
Wednesday, January 15, 2025
Le grandi infrastrutture nella città americana. Ieri e oggi
Antonino Saggio tratta ad un convegno della Associazione Fulbright sul ruyolo delle infrastrutture nella città Americana
http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/Filmati/Conferenze/AntoninoSaggioInfrastruttureFulbright2024.mp3