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tenuta al museo Macro di Roma il 14 giugno 2019
Caravaggio compie una rivoluzione. Al tempo immobile dell’Umanesimo rinascimentale sostituisce la presa di coscienza drammatica dell’attimo come campo delle scelte individuali; al disegno accademico, la pittura e il colore in presa diretta; alla profondità inquadrata dal telaio, un proscenio in cui personaggi veri danno spessore alla vita; alla luce omogenea, la forza abbacinante di un flash; alla staticità della posa, l’essere (dei personaggi, degli oggetti, degli spazi, della vita stessa) sempre in bilico. Gli scritti di Antonino Saggio, in diverse lingue ed edizioni, l'ultimo "Caravaggio La rottura del telaio" (ListLab 2018) propongono ipotesi nuove su fatti sin’ora trascurati, ma soprattutto sono tesi a far comprendere come la presenza dei nuovi strumenti ottici non sia ricetta meccanica o prodigio tecnico, ma si inserisca nella necessità estetica di una nuova visione. Caravaggio, Galileo e Borromini vengono a costituire, all'interno di questa lettura, una triade indispensabile per comprendere la nascita di una visione laica, per la prima volta "dal basso verso l'alto".
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