In questo giorno amato dai bambini di tutto il mondo e nel quale Dona, dolcemente, continua a fare le calze agli ex piccoli, anche io voglio fare un regalo.
E' la poesia di Giuseppe Alibrandi, studioso, appassionato e prolifico, del territorio e della cultura siciliana. La sua poesia è densa tutt'altro che rassicurante. E vale la pena leggerla.
Ecco il link l'originale, da cui si accede anche al sito di Alibrandi. La trascrivo qui sotto.
Naturalmente per i curiosi, tutto nasce come evoluzione di una pagina web, nota agli amici, su mio padre Quasimodo e Tindari.
E' la poesia di Giuseppe Alibrandi, studioso, appassionato e prolifico, del territorio e della cultura siciliana. La sua poesia è densa tutt'altro che rassicurante. E vale la pena leggerla.
Ecco il link l'originale, da cui si accede anche al sito di Alibrandi. La trascrivo qui sotto.
TINDARI Pynna nobilis, sedimento calcareo di roccia secolare ritagliata a losanga su mollusco marino, strapiombi del Tindaro, pensile su laghi di mare, ti fissarono in quella vita fossile che pellegrino ignaro rinvenne tra le plaghe bruciate dai sali e dai venti di libeccio. Impotente, ti lisciò tra le mani guardando al monte Giove, enorme fallo piantato nella Madre Terra: forse talismano della candida Adelasia fugata in monasterio sterile di vita? Specchio gentil mostravasi all’acque e all’aure di brezze mattutine, ombra diafana vagante in spazi di solitudine. Pensiero oscuro e millenario di bellezza racchiuso in forma calcarea trasparente all’acque divenne colata di cemento giù per dirupi a strapiombo contro il fiore di cardo: gracchiò la cornacchia abbandonando il buco, l’onda del lago accolse il tronco esanime e verme di acque limacciose gli succhiò la linfa. Giuseppe Alibrandi da http://www.marebluefin.altervista.org/poesia1.php |
Naturalmente per i curiosi, tutto nasce come evoluzione di una pagina web, nota agli amici, su mio padre Quasimodo e Tindari.
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