E' uscito nei tipi della fondazione Zevi di Roma "Una guida all'architettura moderna Eur". Il volumetto è molto ben fatto e curato nei dettagli e negli scritti (Adachiara Zevi, Alessandra Muntoni, Alessandra Capanna) ma soprattutto non è affatto una guida, ma un testo critico e un atto di azione culturale.
Azione culturale che come tutte può, anzi deve dividere.
In sintesi il libro comincia riprendendo uno scritto indimenticato di Pagano "Occasioni perdute". Pagano era già al fronte quando venne pubblicato e il numero di "Casabella" che lo conteneva oscurato. Rileggerlo dà il senso della sconfitta di Pagano stesso e del fronte dei razionalisti più puri. Una sconfitta bruciante che da Pagano (che ho studiato per dieci anni arrivando esausto a pubblicare un libro nel 1984) io ho vissuto anche con e attraverso Zevi. Per Zevi l'Eur era il simbolo di tutto il male perché raffigurava in architettura Hitler, la guerra, l'olocausto. Io scrivevo e ancora ritengo che per capire Roma bisogna odiare l'Eur. Cioè capire che la storia di Roma, l'essenza della nostra città, è antiromana e antimonumentale e si fonda sull'imprinting organico etrusco e sulle stratificazioni piranesiane, non certo nelle parate piacentiniane.
Detto questo io sono visceralmente contro l'Eur.
Eppure, come dire, la storia urbana amalgama, riavviluppa, ricombina immagini. Fa storia urbana mettendo insieme eterogeneità ed opposti. Anzi in quelle tensioni ci sono forse le cose più vive. Tornare a piallare le idee è pericolosissimo, da qualunque parte venga.
Questo libro invita a riflettere su queste questioni e a farsene un proprio giudizio. Siamo contenti che esista perché è sicuramente un contributo vivo al dibattito sull'architettura. E inondati da pubblicazioni belline, e inutili, lo accogliamo come un pezzo vivo di pensiero.
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